I sindacati: “il trasferimento è un licenziamento mascherato”
Votato un primo pacchetto di 40 ore di sciopero a sostegno della vertenza
I lavoratori della Comer Industries di Cavriago rispediscono al mittente la richiesta di trasferimento avanzata dalla Direzione Aziendale appena qualche giorno fa.
“Da qui non ci muoviamo, e siamo disposti a lottare per mantenere aperto lo stabilimento di Cavriago”. E’ stata questa la frase più ripetuta da operai e impiegati durante le quattro assemblee che Fiom Cgil e Uilm Uil hanno svolto nella giornata di oggi nel piazzale antistante lo stabilimento, mantenendo tutte le misure di distanziamento e protezione necessarie in questa fase.
“Ai lavoratori è apparso chiaro fin da subito che questo trasferimento maschera la reale volontà di riduzione del personale – spiega Enrico Folloni della Fiom di Reggio Emilia che questa mattina ha partecipato a tutte le quattro assemblee – Il peggioramento delle condizioni di vita è tale che è ovvio aspettarsi che qualcuno sarà obbligato a uscire dall’azienda e si troverà a dimettersi”.
Per la Fiom e la Uilm si tratta di uno scenario che l’azienda ha messo in conto. Per i lavoratori il timore è che questo sia proprio lo scopo ultimo del trasferimento: dare il la a dimissioni “spontanee” di lavoratori come conseguenza del trasferimento, o peggio, arrivare al punto che siano i sindacati a chiedere all’azienda di aprire una procedura di licenziamento per chi sarà impossibilitato a trasferirsi.
“La Comer è un’azienda è sana e “l’ottimizzazione dei costi” di cui parla la Direzione Aziendale altro non è che un peggioramento delle condizioni di vita dei dipendenti per poter continuare a garantire sontuosi utili agli azionisti.- sottolineano i sindacati – Nelle assemblee di oggi, mai così partecipate nella storia di questa unità produttiva, i lavoratori hanno fatto notare che i 7 milioni di utile che l’azienda ha corrisposto con un semplice click agli azionisti il 28 aprile scorso sono più di quanto guadagnato da tutti i 150 dipendenti nell’arco dell’intero 2019”.
Insomma, tanta delusione, indignazione e rabbia, quasi palpabili, è ciò che emerso dalle assemblee sindacali. E una presa di posizione chiara: quella di non accettare questo stato di cose. “Un clima del genere nella nostra storia aziendale non lo avevamo mai sentito” dichiarano le Rsu degli operai.
Per queste ragioni è stato votato quasi all’unanimità (142 partecipanti, un solo contrario) un mandato molto preciso per i rappresentanti sindacali. Davanti alla posizione espressa dai lavoratori – che si può riassumere nella richiesta di lasciare aperto lo stabilimento di Cavriago e in quella di smettere di distribuire utili ogni anno per investire invece maggiormente – è stato approvato un primo pacchetto di 40 ore di sciopero che, se necessario, potrà essere ampliato nelle prossime settimane.
“I lavoratori sono consapevoli che, visto l’atteggiamento aziendale – concludono Jacopo Scialla e Simone Vecchi segretari della Uilm e della Fiom di Reggio – non sarà una vertenza semplice e breve, ma sono determinati a lottare per salvaguardare le proprie condizioni”.