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ASP DON CAVALLETTI: I LAVORATORI IN STATO DI AGITAZIONE

I sindacati: “Siamo preoccupati per il futuro della Struttura e dei posti di lavoro: l’Ente e le Istituzioni devono rompere il silenzio”

Nei giorni scorsi si è aperto lo stato di agitazione tra i lavoratori della Asp Don Cavalletti di Carpineti.

I rappresentanti sindacali denunciano che, nonostante le reiterate richieste, ad oggi continua a registrarsi l’indisponibilità da parte dell’Amministrazione e dell’Asp a programmare un incontro con i lavoratori e le organizzazioni sindacali, mentre tanti sono i temi sul tavolo, tante le problematiche che aspettano una risoluzione.

In primis, i sindacati vorrebbero riprendere le trattativa sul fondo risorse decentrate, da cui deriva la quota di “produttività” dovuta ai dipendenti, nonché le progressioni economiche, per le quali vi era un impegno già sottoscritto per l’anno 2019 e la volontà di proseguire anche nell’anno corrente.

“Una misura doverosa per dipendenti che anche durante il periodo più intenso della pandemia di Covid 19, hanno operato in modo esemplare, con impegno, dedizione e professionalità – sottolineano Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl – tanto da permettere agli ospiti della struttura Don Cavalletti di uscire indenni dal contagio”.

Parallelamente, si continua a registrare una cronica assenza di personale: “quattro mesi di assenza del coordinatore nel pieno della pandemia e da circa un mese mancano in struttura due infermieri, carenza sopperita dalla “buona volontà” dei due soli Infermieri rimasti in struttura – sottolineano le organizzazioni sindacali – Anche la parte amministrativa e dirigenziale dell’Asp è stata ridotta a sole sei ore settimanali coperte dal Direttore di struttura, impedendo una proficua risposta gestionale e amministrativa dell’Ente. Ci domandiamo se l’Amministrazione abbia provveduto a far richiesta alla Usl di un supporto di personale infermieristico, come hanno effettuato le altre Asp del territorio reggiano”.

Si registra inoltre anche l’assenza del responsabile della sicurezza aziendale, causa dimissioni, e nessun rinnovo dell’incarico.

Sul piano dell’organico in forza quindi la preoccupazione dei lavoratori è alta. Sarebbero poi in scadenza le visite mediche di controllo, fatte dal medico competente di struttura, e sarebbe in attesa di rinnovo il contratto per l’alimentarista, ma al momento “l’Amministrazione non ha provveduto a contattare i lavoratori né per i controlli né per i rinnovi” – continuano i sindacati.

Si è in attesa del protocollo che disciplini l’apertura della struttura ai parenti degli Ospiti residenti dopo la chiusura dei reparti per Covid 19 e di un incontro in merito alle scelte future su ristrutturazione degli immobili, richieste di finanziamento regionali, bilanci annuali e previsionali.

In generale, si riscontra una mancanza di aggiornamenti da parte dell’Ente e nemmeno il Tavolo Tecnico – condiviso tra Organizzazioni Sindacali, RSU, Sindaci dell’Unione Montana e Amministrazione dell’Asp Don Cavalletti – ha avuto alcun seguito, in particolare sulla possibilità di mantenere una gestione pubblica della struttura.

Infine, sottolineano ancora le organizzazioni sindacali, a quasi un anno dall’esternalizzazione del servizio di ristorazione della Struttura nessuna informazione è stata data ai lavoratori e ai cittadini sulla qualità e sull’economia dell’appalto stesso, nonché sul rispetto del CCNL degli Enti Locali, per i dipendenti coinvolti da parte della ditta appaltatrice.

Un lungo elenco di problematiche irrisolte quindi ha portato i lavoratori allo stato di agitazione, con lo scopo di avere risposte e di salvaguardare un servizio importante per la popolazione anziana dell’appennino e per i loro famigliari.

“Non nascondiamo le preoccupazioni sulla continuità del servizio e dei posti di lavoro, perché ad oggi il silenzio che si registra sul futuro della Don Cavalletti è grave – concludono Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl – Qualora anche questo appello non fosse ascoltato dagli Amministratori e dalle Istituzioni siamo pronti a mettere in campo le mobilitazioni necessarie per tutelare sia i posti di lavoro, sia un servizio pubblico di qualità per i cittadini dell’appennino”.

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