Apprendiamo, a mezzo stampa, dall’assessora Annalisa Rabitti che“il Comune di Reggio ha in fase di definizione – per la prima volta nella sua storia – il piano strategico per il turismo”.
Lo riteniamo un fatto assolutamente importante e di assoluto interesse per un territorio che, prima dell’emergenza pandemica, si collocava agli ultimi posti per il numero di pernottamenti e che, fatto salvo che in occasioni di eventi quali, ad esempio, Fotografia Europea, o per le delegazioni estere riferite al circuito “Reggio Approach” per le scuole dell’infanzia, rimaneva sostanzialmente escluso dalle maggiori rotte turistiche regionali e nazionali.
Spiace però constatare che le organizzazioni sindacali, almeno fino ad oggi, non siano state chiamate ad un confronto che auspichiamo possa essere celermente recuperato.
I settori del turismo e della cultura sono di sicuro fra quelli più colpiti in questa fase; sono stati i primi a chiudere e saranno gli ultimi a riaprire. A fare le spese di questa situazione sono stati i lavoratori che partivano, va ricordato, da una condizione difficile: precarietà, lavoro nero e grigio, contratti intermittenti, che non sono certo figli di questo ultimo anno ma rappresentano purtroppo un aspetto caratterizzante di questi segmenti produttivi ed economici.
La tassa di soggiorno deve essere una tassa di “scopo”. E sull’utilizzo di queste future entrate bisogna condividere non solo una destinazione ma anche una visione.
Come Cgil, assieme alla Filcams, riteniamo che questa sia l’occasione buona per provare a cambiare passo, legando investimenti e strategie alla creazione di occupazione stabile e qualificata. Non può esistere, secondo noi, un piano strategico che prescinda dalla “bonifica” e dalla qualificazione del lavoro, perché il turismo si fa con persone qualificate, formate e correttamente retribuite, capaci di accogliere e guidare chi arriva alla scoperta della nostra provincia.
Chiediamo al Comune di colmare rapidamente il gap di coinvolgimento che fino ad ora è mancato convocando rapidamente un tavolo di confronto con tutte le parti sociali. In quella sede non sarà infine superfluo capire come il Comune intende coniugare la propria proposta con la visione della regione Emilia Romagna, che ha la potestà legislativa in materia, nonché con il Piano Strategico Nazionale, varato nel 2018 dal Ministro Franceschini e che pare essere, all’oggi, in stand by.